separatore sassolini colorati Il senso del camminare oltre la fatica

Un cammino dove la presenza Matilde di Canossa è ancora tangibile tra luoghi suggestivi ricchi di storia e spiritualità, una natura sorprendente e mestieri dal sapore antico

Pubblicato il: 04-08-2020

Perché mettersi in viaggio su un percorso così radicato nella storia delle sue comunità e dei suoi territori? Sopratutto perché mettersi in viaggio su questo cammino e non su un’altro?

Di seguito alcune suggestioni ed emozioni che a nostro avviso fanno dire “ne è valsa la pena”.

Perché oltre alla fatica della sconfinata pianura padana e dei “sali e scendi” del suo appennino, il cammino sa regalarti angoli e scorci su paesaggi unici con colori e luci che restituiscono un tempo sospeso...come se Matilde fosse ancora tra di noi.

E così dalla Lombardia si giunge al Po, poderoso e inarrestabile con le sue acque e le sue sponde, si attraversa la pianura padana e si incontrano borghi come Guastalla, set cinematografico di “Novecento” di Bertolucci e città d'arte come Reggio Emilia con la sua eleganza.

In uno strano corto circuito spazio tempo, dove il "lento" ed il "veloce" si sfiorano, si incrocia la stazione dell’alta velocità di Reggio Emilia e si può decidere se proseguire verso l'appennino con i suoi crinali, con le sue foreste, le antiche abbazie, i Monasteri come quello benedettino di Marola, e i Castelli Matildici che si incastonano tra i paesaggi, o se saltare su un treno dell’alta velocità e magari spostarsi verso Bologna.

Bene, se si decide di proseguire verso l’appennino si rimarrà stupiti perché oltre il sudore del “sali e scendi” che sfianca le gambe e rompe il fiato saranno nostri compagni di viaggio momenti di inaspettata bellezza e intimo stupore che il cammino sa regalarci.

Va provato l’effetto del camminare in antichi castagneti matildici, osservare il colore delle foglie e le inclinazioni della luce che attraversa la fitta rete di rami e giungere in un monastero benedettino come quello di Marola, luogo di fede millenaria. Oppure l’ebbrezza di ammirare il paesaggio, che sembra essersi fermato nel tempo, dall’alto dalle torri difensive di uno dei tanti Castelli Matildici , come la Rupe di Canossa, il castello di Rossena o quello delle Carpineti solo per citarne alcuni, ed aspettare il tramonto che visto da lassù regala sensazioni mozzafiato. Uno spettacolo unico di colori e luci che lentamente avvolgono i crinali.

Ma anche fermarsi a mangiare un piatto della tradizione per riprendersi dalle fatiche in una delle tante attività di ristorazione presenti lungo il percorso e scoprire ricette antiche e prodotti che rispecchiano la storia di quei territori come lo gnocco fritto nella sua declinazione reggiana.

Da non lasciarsi sfuggire è l'assaggio del pane di Matilde, una pagnotta con il simbolo di una croce nel mezzo che va condiviso con gli altri e si mangia rigorosamente spezzato a metà in una breve sosta lungo il cammino e che è possibile ancora trovare in produzione anche in occasioni di sagre o eventi particolari nel reggiano e dintorni.

Ma camminando si può essere stupiti anche dalla raffinatezza dell'Ars Canusina, una tecnica di ricamo , dal fascino antico che caratterizza alcune delle produzioni artigianali più preziose della tradizione di Reggio Emilia, ispirata ai motivi decorativi che impreziosivano i monumenti e le architetture tipiche del periodo di Matilde di Canossa.

Questo cammino ricco di storia ha ancora un cuore pulsante nelle sue comunità, nella ospitalità dei territori, nelle produzioni agricole e dell'artigianato.

Non serve essere allenati. Basta essere curiosi, ben equipaggiati ed informati.

Non serve percorrerlo tutto insieme nella sua interezza.

Ci si può lasciar stupire anche due o tre giorni. Il tempo giusto per percorrere un una o due tappe e concedersi l’opportunità di scoprire i sapori, i panorami, i territori e le sue comunità.

Da inserire in agenda e perché no, percorrerlo in diversi momenti dell’anno per scoprire i colori suggestivi della natura.

A cura di: Monica Valeri Apt Servizi - responsabile progetto Cammini e Vie di pellegrinaggio in Emilia Romagna

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Sono appassionata di cammini e viaggi slow. Il mio lavoro è scrivere, comunicare, sviluppare progetti con le comunità ospitanti. In APT sono responsabile del Circuito dei Cammini e vie di pellegrinaggio e del progetto dedicato al Turismo religioso.