La Bisaccia del viandante

↬ Bisaccia del Viandante
Dalle specialità casearie alle produzioni di qualità e tradizionali, ai vini Doc e Docg che si possono assaggiare lungo il cammino.
Alla scoperta del ...
Alla scoperta del ...
del tesoro enogastronomico dell’Emilia-Romagna.
Un progetto per la valorizzazione e promozione delle produzioni tipiche e di qualità lungo i Cammini sviluppato in accordo con l’Assessorato regionale all’Agricoltura.
Un progetto per la valorizzazione e promozione delle produzioni tipiche e di qualità lungo i Cammini sviluppato in accordo con l’Assessorato regionale all’Agricoltura.

↬ Prodotti DOP e IGP
Strutture Produttive
Scegli un Comune
Castelfranco Emilia Castelnuovo Rangone Castelvetro Di Modena Modena Nonantola Pavullo Nel Frignano Serramazzoni Sestola Spilamberto Vignola Zocca
Acetaia Villa le Magnolie
Acetaia Malagoli Daniele
Acetaia Ferrari
MUSA - Museo della Salumeria Villani
Acetaia comunale di Castelvetro di Modena
Via Tasso 28
+39 059 758880 +39 059 758880
Acetaia
Acetaia La Vecchia Dispensa
Antica Acetaia del Mulino di Navicello
Via Nonantolana 1335
+39 059/250207 +39 059/250207
Produzione e Vendita Aceto Balsamico Tradizionale DOP
Acetaia Ambrosia
Acetaia Cattani
Acetaia comunale di Modena
via Scudari, 20 c/o Residenza Municipale
059 2032660 059 2032660
Acetaia
Acetaia di Giorgio
via Sandro Cabassi, 67
+39 059 333015 +39 059 333015
Produzione e Vendita Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP
Acetaia Fabbi
Stradello Bonaghino, 56/A
059/469105 059/469105
Produzione e Vendita di aceto balsamico DOP e IGP
Acetaia Galli
via Albareto 452
059 251094 059 251094
Acetaia
Acetaia Marisa Barbieri
via dei Bononcini 88
059 305717 059 305717
Produzione di aceto balsamico DOP
Acetaia Rustichelli
Antica Acetaia Villa Bianca
La Secchia Antica Acetaia
Via F. Ghiaroni, 169/171
+39 059/300331 +39 059/300331
Produzione di Aceto Balsamico di Modena IGP
Spezieria Monastica ed Acetaia dei Padri Benedettini|
Acetaia Bompana
Acetaia Malpighi
Acetaia Villa San Donnino
Strada Medicina 25/1
+39 059 469 325 +39 059 469 325
Produzione e Vendita Aceto Balsamico Tradizionale DOP
Acetaia comunale di Nonantola
via Marconi, 11
059/896555 059/896555
Acetaia
Acetaia Pedroni
Apicoltura MANFREDINI MARIO s.r.l.
CASEIFICIO SOCIALE SANT'ANTONIO SOCIETA' AGRICOLA COOPERATIVA
Via Giardini Nord, 155
0536 23200 0536 23200
Produzione Parmigiano Reggiano e prodotti caseari
IL GIRONE DEI GOLOSI
SOCIETA' AGRICOLA BARUFFI FERRUCCIO
Via Camurana, 14
0536 21471 0536 21471
Produzione e vendita Parmigiano Reggiano
SOCIETA' AGRICOLA CASEIFICIO POGGIOCASTRO S.r.l.
Via Giardini Nord 32/1
0536 23963 0536 23963
Produzione Parmigiano Reggiano e prodotti caseari
Caseificio - Cas. Soc. Tre Torri Soc. Coop. Arl
Via Verica, 4/6
0536/21133 0536/21133
Produzione Parmigiano Reggiano
CASEIFICIO SOCIALE DEL PANARO DI VERICA SOCIETA' COOPERATIVA AGRICOLA
Via Verica, 20
0536 48267 0536 48267
Produzione Parmigiano Reggiano
CASEIFICIO SOCIALE RIO SAN MICHELE
Via Giardini Sud, 327
0536 41006 0536 41006
Produzione Parmigiano Reggiano e prodotti caseari
Cooperativa Casearia del Frignano Società Cooperativa Agricola
Via Casa Baracca, 4
0536 51111 0536 51111
Vendita Parmigiano Reggiano prodotto oltre i 700 metri
FORNO AIA VECCHIA
IL GIAMBERLANO Pasticceria e cioccolateria
Via Rossini, 14
0536 20886 0536 20886
Pasticceria dolce e salata, dolci, torte da cerimonia, praline, uova di Pasqua
Il Matterello - pasta fresca
Via Verica, 67
0536 48006 0536 48006
Produzione e vendita pasta fresca e surgelata
PANIFICIO VERICHESE
Via i Fondi, 3
0536 48067 0536 48067
Produzione e Vendita di pane e prodotti da forno
PROSCIUTTIFICIO F.lli BALOCCHI
Via Verica, 83
0536-48060 0536-48060
Produzione del Prosciutto di Modena DOP
SAP salumificio artigianale pavullese
Caseificio sociale Pelloni soc. agr. coop.
Via San Dalmazio 1113
0536 953600 0536 953600
Produzione Parmigiano Reggiano
Caseifici di Sestola
Acetaia del Duca
Acetaia Muratori
Via Medicine 144b
+39 059/798732 +39 059/798732
Produzione e Vendita Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP
Acetaia dei Bago
La Ca' dal Non
Acetaia comunale di Vignola
Caseificio Rosola
Via Rosola 1083
059987115 059987115
Produzione di Parmigiano Reggiano Bianca Modenese
Prosciuttificio Orlandi
Via Rosola 5
059987244 059987244
Produzione e vendita salumi
Salumi e Formaggi Campioni
Via Montalbano 6286
059987248 059987248
Produzione e vendita salumi e formaggi
Azienda Agricola Ca' Lumaco
Via Mazzoni 740
059987642 059987642
Allevamento brado suini "Mora Romagnola" e prodotti biologici
Cooperativa Agricola Lame
Via Berzo 240
059987235 059987235
Produzione e vendita prodotti caseari
Salumificio Eredi Corneti
Via Porrettana 1738
059987390 059987390
Produzione e vendita salumi
Caseificio Sociale Canevaccia Società Cooperativa
Via Pratorotondo,
326/327/328
0534 28590 0534 28590
Latte e prodotti caseari - Punto Vendita
Azienda Agricola La Fonte di Van de Vate Berbera Christina
Caseificio Sociale La Guardia Società Agricola Cooperativa
Caseificio Sociale San Pietro Società Agricola Cooperativa
Caseificio Sociale Sant' Antonio Società Agricola Cooperativa
Via Giardini Nord, 155
059 987235 059 987235
Parmigiano reggiano - Punto Vendita
Caseificio Sociale Iddiano Società Agricola Cooperativa
Caseificio Sociale Nuovo Malandrone Società Agricola Cooperativa
Caseificio Sociale Rio San Michele Società Agricola Cooperativa
Via Giardini Sud, 327
0536 41006 0536 41006
Parmigiano reggiano - Punto Vendita
Caseificio Sociale Tre Torri Società Agricola Cooperativa
Caseificio Sociale Roncoscaglia Società Agricola Cooperativa
Via Statale per
Roncoscaglia, 78
0536 62099 0536 62099
Parmigiano reggiano - Punto Vendita
Lame Società Agricola Cooperativa
CA' DEL CAMPANARO AZ. AGR.
Via Rivella, 26
Produzione confetture biologiche di frutta tradizionale e frutti dimenticati
DUE AIRONI (I) SOC. AGR.
Via Rio Marzatore, 739
051 6705099
051 6705099
vini DOCG DOC IGT Colli Bolognesi
Cavallotti Enrico
Canale 6
059-924122 059-924122
Zanasi
Settecani Cavidole 53
059-537052 059-537052
Tenuta Pederzana
Cavalliera 8
059-748072 059-748072
L’azienda, situata a Castelvetro e legata alla tradizione che la circonda, concepisce il lambrusco grasparossa in
chiave moderna.
Balugani Roberto
Bedine 97
059-791546 059-791546
Cantina Settecani - Castelvetro
Modena 184
059-702505 059-702505
Cavaliera
Cavaliera 1/B
059-799835 059-799835
Cleto Chiarli
via Belvedere 8
059-3163311 059-3163311
Corte Manzini
Via Modena 131/3
059-702658 059-702658
L’Azienda, fondata nel 1978 dai fratelli Manzini Lodovico, Lorenzo, Giordano, Ruggero, si estende su un terreno di oltre 25 ettari ...
dei quali dieci situati in collina sono coltivati per tradizione a vigneto. E' tutt’oggi a conduzione famigliare e le uve provengono unicamente dai vigneti di proprietà che, a seguito di una potatura accurata e amorosa, consentono una vendemmia controllata al fine di ottenere uve sane e selezionate che danno origine a vini a denominazione d’origine controllata.
Fattoria Moretto
Tiberia 13/b
059-790183 059-790183
La Piana
Ossi 4/b
059-790303 059-790303
Manicardi
Massaroni 1
059-799000 059-799000
Opera02
Medusia 32
059-741019 059-741019
L’azienda, dal 2005 a coltivazione biologica, oltre a essere cantina è anche acetaia e agriturismo.
Ricchi Loris
Via Ossi 12
328-6769009 328-6769009
Ca’ Berti
Spagna 60
059-741025 059-741025
Barbolini
Fiori 40
059-550154 059-550154
Terraquilia
Via Caldana
059-931023 059-931023
Azienda agricola Sereni
via Villabianca 2871
059-705105 059-705105
L'impianto è collocato nel paese di Marano, sulle suggestive colline di Villabianca. Tra il verde di colture vinicole e oliveti, ...
i, questa zona non conosce inquinamento industriale.
Qui il succedersi degli accadimenti atmosferici ripete, inalterato, l'antico corso che da secoli serve da indissolubile supporto alla naturale produzione e maturazione di uno straordinario "aceto balsamico".
Nel fabbricato, perfettamente inserito nell'ambiente naturale, s'allineano e si susseguono le "batterie" di botticelle di qualità di legni diversi.
Azienda Agricola Pedroni
Via Risaia 6
0595-48096 0595-48096
Gavioli
Via Provinciale Ovest 55
059-222014 059-222014
Poderi Fiorini
Puglie 4
059-733151 059-733151
Torre dei Nanni
Via Puglie 4
059-733151 059-733151
Vignaboni
San Rocco 1195
348-5501488 348-5501488
Cantina Bazzano
Castelfranco 2
051-832256 051-832256
Corte d’Aibo
Marzatore 15
051-832583 051-832583
Erioli
Monteveglio 64
051-830103 051-830103
Gradizzolo
Invernata 2
051-830265 051-830265
La Mancina
Motta 8
051-832691 051-832691
Museo della salumeria
Via E.Zanasi, 24
059-534810 059-534810
A Castelnuovo Rangone (Mo) la Villani, una delle più antiche industrie di salumeria d’Italia, ha dato vita ad uno spazio ...
impreziosito da teche multimediali e installazioni artistiche
MUSA: la norcineria si svela
Nato per volontà della famiglia Villani, proprietaria tuttora dell’omonima azienda a conduzione familiare fondata nel 1887, il MUSA ingloba in sè lo spirito innovativo, tipico emiliano, e il saldo legame con la storia e il territorio da cui traggono origine. La Villani è infatti una delle più antiche industrie di salumeria d’Italia, la sua sede storica, sede oggi anche del MUSA, si trova nel centro dell’abitato di Castelnuovo Rangone, a pochi kilometri da Modena, in uno dei distretti produttivi del maiale più importanti d’Italia. Non a caso, a testimonianza di questo legame della Villani con la sua terra, nella piazza centrale del paese un monumento in bronzo raffigura una scrofa a grandezza naturale. Un allestimento moderno che racconta l’intero processo produttivo, dalla sapienza del taglio delle carni, all’uso delle spezie, della tecnica del caldo e del freddo, la legatura fino ad arrivare alla stagionatura. Circa 250 mq disposti su tre piani di percorso museale che, attraverso pannelli multimediali e istallazioni artistiche, conducono il visitatore alla scoperta dei segreti della norcineria. Al primo piano del museo troviamo alcune testimonianza storiche delle macchine usate negli anni ’30 e ’50 per insaccare e tritare le carni. In una teca sono abbinati i coltelli di un tempo, usati dalla stessa famiglia Villani per trasformare le carni in salumi, e l’eccellente coltelleria moderna.
Cura nei dettagli e nei tagli
L’idea di aprire un museo, caldamente sostenuta anche dal Comune di Castelnuovo Rangone e dalle istituzioni locali, nasce dalla duplice esigenza di uno spazio espositivo per i clienti dell’azienda Villani, interessati sia alla qualità del prodotto sia al processo produttivo, e di soddisfare la curiosità dei visitatori e dei sempre più frequenti turisti appassionati di buon cibo. Ma la permanenza in casa Villani non termina qui. Abbinato al museo troviamo una bottega dove, oltre a differenti tipologie di salumi, si possono trovare ottimi coltelli per affettarli e acquisire preziose indicazione di come, attraverso la porzionatura, esaltarne il sapore dei diversi prodotti. Il giusto taglio e la corretta dimensione della fetta - ricordano al Musa - giocano, infatti, un ruolo fondamentale nel permettere al prodotto di dare il meglio di sé, sia dal punto di vista dell’aroma che delle caratteristiche organolettiche. Il taglio della mortadella, ad esempio, dovrebbe essere sempre sottilissimo e perpendicolare rispetto alla direzione delle fibre muscolari per rispettarne la struttura. Nei salami, invece, il taglio dipende dalla loro tipologia e grana, dalla stagionatura e dal diametro. Il verso di taglio è obliquo o a “becco di clarino” per il Cacciatore e il Felino e rotondo per i salami tipo Milano. Mentre la dimensione della fetta dovrebbe mai essere più spessa di un granello di pepe. Tra gli aspetti più innovativi del museo troviamo una sorta di porta, integrata in un’istallazione museale, da cui si può accedere direttamente allo stabilimento produttivo e ai laboratori della Villani che, sempre nell’ottica di rendersi più “visibile” al pubblico, verranno in futuro trasformati attraverso delle grandi vetrate in una sorta di fabbrica-acquario. La visita termina al punto ristoro aziendale, dove presto sarà possibile degustare i prodotti in abbinamento a formaggi e vini del territorio emiliano.
Museo della Tigella
Via Castello 105
059-795721 059-795721
All’interno del Parco Regionale dei Sassi di Rocca Malatina, tra macchie boscate, prati e vecchi castagneti si trova l’antico borgo ...
Samone che ospita la mostra permanente della Tigella
Strumenti rinascimentali di cottura del cibo
Samone è uno splendido borgo medioevale ad andamento circolare, il cui nome compare per la prima volta nel 1048 in un documento ritrovato nell’Abbazia di Nonantola. L’accesso al borgo è caratterizzato da un portale ad arco che attraversa una casatorre, costruita nella seconda metà del Quattrocento a difesa dell’abitato. Sulla facciata d’ingresso durante i lavori di restauro è stata ritrovata una finestra gotica trilobata decisamente insolita e di elevata rilevanza architettonica. All’ultimo piano della casa-torre, nella suggestiva Sala degli stemmi, è ospitata la Mostra della tigella. Le pareti della sala sono interamente affrescate e di queste decorazioni si sono conservate vaste superfici, tra cui l’immagine di un viso ancora ignoto e due stemmi appartenenti alla famiglia dei Pio, feudatari di Carpi e di Sassuolo, signori di Guiglia e di Samone dal 1405 fino al 1525. In questa sala, dove il tempo si è fermato all’epoca rinascimentale, fanno splendida mostra di sé le tigelle, dischi di terracotta refrattaria variamente decorati e che tuttora sono prodotti in questa zona per la cottura delle tipiche “crescentine”. La tigella è una piastra in terracotta rotonda, del diametro variabile fra i 10-13 centimetri e con spessore di circa 1 centimetro per la cottura delle crescentine (spesso erroneamente chiamate tigelle). Il percorso espositivo illustra il ciclo dei lavori connessi alla produzione delle “crescentine”, il cibo un tempo principale per gli abitanti della zona anche nei periodi di carenza di alimenti. Si possono osservare strumenti della vita contadina (trebbiatura del grano, raccolta delle castagne e molitura) e per la preparazione delle tigelle. Ogni famiglia produceva le tigelle con il proprio simbolo di riconoscimento e, spesso, era possibile osservarle ad asciugare sulla cappa del camino prima della loro cottura. Il decoro che tuttavia si ritrova più frequentemente anche sulle moderne tigelliere in alluminio è quello della rosa a sei punte detta Rosa Comacina, simbolo di buon auspicio e come tale messo sul pane. Si tratta, infatti, di un simbolo dalle origini antiche, citato anche su una stele etrusca del IV secolo ritrovata nel Bolognese, che compare fin dall’epoca del bronzo. Nel tempo, la Rosa Comacina - il cui nome deriva dal termine “Comacini” con cui venivano indicati i mastri scalpellini lombardi esperti nella lavorazione dell’arenaria - è anche divenuta d’uso comune per decorare sia elementi di pregio delle abitazioni, sia oggetti d’uso domestico. Altri motivi ornamentali ricorrenti nelle tigelle sono il gallo, i disegni con elementi vegetali, le iniziali delle famiglie, le greche e le cordonature lungo il bordo. Nel museo è possibile ammirare anche frammenti rinvenuti di tigelle risalenti all’epoca medievale,che testimoniano l’uso antichissimo di questo strumento di cottura.
La produzione di tigelle
Durante la visita ogni cosa è testimonianza di quanto la tecnica di produzione delle tigelle richieda cura e abilità, sia nella scelta dei materiali, che nell’esecuzione delle diverse fasi di lavorazione. Gli elementi naturali che la costituiscono sono l’argilla e la calcite facilmente rinvenibile sui calanchi. Il composto ottenuto dalla miscelazione attenta di pietra frantumata e terra, impastato e battuto per alcune ore, consente di ottenere una formella pronta ad essere sagomata attraverso lo stampo di legno duro riportante il decoro. Per essere essiccata la tigella viene mantenuta, per circa un mese, in un luogo buio. Nell’ultima fase la formella viene cotta per circa un’ora. Oggi le tigelle tradizionali sono state sostituite da prodotti industriali in alluminio, in ghisa o in pietra refrattaria, ma i palati più raffinati pretendono che le crescenti siano cotte con la tecnica antica. Lungo il percorso è possibile osservare altri attrezzi collegati al ciclo del pane, come antiche pietre impiegate per la trebbiatura, la pila con la stanga, uno strumento utilizzato in passato per la sbucciatura delle castagne essiccate, la vassora utilizzata per separare le castagne sbucciate dalla pula. Completano l’esposizione un modellino funzionante di mulino ad acqua e di macchina per la trebbiatura del grano.
Museo del Balsamico Tradizionale Spilamberto
Via Roncati, 28
059-781614 059-781614
A Spilamberto è stata raccolta la storia di uno dei prodotti più esclusivi della tradizione enogastronomica regionale, che si ottiene ...
dopo ben 25 anni di invecchiamento.
Il balsamico tradizionale cela, fra botti e mostri, i suoi segreti
Inaugurato nel 2002 il Museo dell’aceto balsamico tradizionale di Modena, gestito dalla Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, racconta la storia, la cultura e i segreti di una delle eccellenze più identitarie dell'Emilia-Romagna attraverso un suggestivo tour all'interno di una botte di legno. La visita inizia, infatti, da una suggestiva sala a forma di grande botte dove sono proposti i momenti salienti del processo di produzione del mosto che porterà alla produzione dei tre diversi tipi di aceto della tradizione modenese: quello comune di vino, l’aceto affinato (invecchiato 12 anni) e il balsamico tradizionale, ottenuto dopo ben 25 anni d’invecchiamento.
Un aiuto alla conoscenza del prodotto è offerto dalla proiezione del cortometraggio “Il Balsamico della tradizione secolare”, dove le immagini si alternano alle informazioni sulle vicende e le caratteristiche organolettiche del prodotto con scene relative alle fasi produttive: dalla scelta delle uve tipiche del territorio - Trebbiano Modenese, Trebbiano di Spagna, Lambrusco o Ancellotta - per arrivare alla cottura del mosto.
Prosegue la visita nella sala della cottura dove è posto un grande paiolo di rame. Al riguardo è da non perdere la festa in piazza che si svolge ogni anno a Spilamberto il secondo sabato di ottobre, giorno in cui si può assistere alla suggestiva cottura dei mosti: 16 -17 paioli alimentati da fuoco diretto da mattina a sera.
Un procedimento minuzioso
Nella sala detta la bottega del bottaio sono custodite le botti che ospitano il mosto cotto che diventerà l’Aceto Balsamico Tradizionale. E’ il luogo della trasformazione: qui, nella batteria di botti di diversa dimensione, avvengono le fasi della fermentazione, maturazione e invecchiamento. I vasselli, le botti che formano le batterie, vengono toccati una sola volta l’anno per il prelievo dell’aceto che servirà per il consumo annuale e per i travasi.
Quella dell’aceto balsamico è una tradizione molto sentita a Spilamberto: la gran parte delle famiglie possiede uno o due batterie e spesso per ogni figlio che nasce ne viene prodotta una nuova da lasciare in eredità. A testimonianza di ciò il museo ospita un esemplare di 140 anni appartenente alla famiglia Fabriani. Nella sala dei vetri sono conservati oggetti, documenti storici e scientifici e una bottiglia di “Aceto balsamico brusco” risalente al 1785, insieme ad altri reperti non meno preziosi. In questa sala si trovano testimonianze storiche di rilievo che fanno capo al conte Giorgio Gallesio (1839) e all’avvocato Francesco Aggazzotti (1862) che, in una lettera all’amico Pio Fabriani di Spilamberto, spiega il corretto percorso per produrre Balsamico. Ogni anno in occasione del Palio di San Giovanni, patrono di Spilamberto, gli esperti assaggiatori della Consorteria valutano quasi un migliaio di campioni di Balsamico: una boccetta di quello risultato vincitore viene inserita nella teca presente nel museo a testimoniare la storia della Consorteria.
L’acetaia sociale della Consorteria
Salendo le scale di Villa Fabriani, si raggiunge l’acetaia della Consorteria e si è subito avvolti dall’inconfondibile aroma balsamico. Questo è infatti l’ambiente che ospita i vasselli: 118 botticelle suddivise in dodici batterie, tre botti madre e due botticelle di legno di ginepro. Si trova nel sottotetto, luogo soggetto a forti escursioni termiche nell’arco del giorno e nel corso delle stagioni: in tal modo, il caldo favorirà il processo di fermentazione e il freddo quello di decantazione. All’interno dell’Acetaia sociale è in funzione anche un laboratorio di analisi. La Consorteria cura anche la vendita del prodotto proveniente dalla sua dotazione di vasselli. Oggi l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, con il cugino Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, è un’eccellenza conosciuta e apprezzata in tutto il mondo: anche per questo l’Unione Europea gli ha attribuito la Dop. Fra i soggetti che lo commercializzano, anche la Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi” (www.cittacastelliciliegi.it) che offre molte opportunità a chi vuole scoprire le bellezze del territorio.
Museo del Borlengo
Via San Giacomo 41059
059-987734 059-987734
Presso l´Ospitale di San Giacomo di Zocca, un luogo dove imparare l'arte del borlengo. Il posto dei Borlenghi Il borlengo ...
engo è un cibo che fa parte della cultura e della tradizione della valle del Panaro, conosciuto fin dalla preistoria, accomunabile alla schiera dei cibi legati al cibo-sole come cibo-vita di origine pagana. All’interno del centro sono esposte varie versioni di padelle, chiamate sole, utilizzate da sempre per cucinare questa particolare pietanza, oltre a tutti gli altri utensili ad essa legati. La tradizione, tramandata per lo più oralmente, vede il borlengo come cibo tipico del periodo di carnevale, cucinato dall’Epifania fino al martedì grasso; il termine stesso, nella versione dialettale detto “burlang” o “burleng”, infatti, sembra derivare dalla parola “burla”. In alcune denominazioni è chiamato anche “berlengo” e “berlingaccio” era il nome con cui veniva denominato il carnevale in epoche medievali. Il borlengo è stato sempre considerato un cibo povero, quasi una forma primordiale di pane. La sua preparazione è caratterizzata da un lato dalla semplicità degli ingredienti - farina, acqua e sale, a cui si è aggiunto in seguito come condimento lardo fuso, rosmarino, aglio e Parmigiano-Reggiano grattugiato - e dall’altro dalla complessità dell’esecuzione. Per chi voglia assaggiarlo o cimentarsi nella sua preparazione, accanto alla sala espositiva è allestita una sala per la cottura del borlengo, in cui su richiesta si organizzano lezioni di cucina. Immersi nella natura dell’Appennino modenese questi centri, assieme all’attiguo Museo del castagno, offrono al visitatore l’opportunità di trascorrere una vacanza all’insegna della cultura, della gastronomia e della natura, indissolubilmente legate fra loro.
Prodotti DOP e IGP sul cammino

Aceto balsamico tradizionale di Modena Dop
L’Aceto balsamico tradizionale di Modena Dop è un condimento invecchiato che si ottiene tramite fermentazione zuccherina ed acetica del mosto, cotto a fuoco diretto, ottenuto dalle uve prodotte nel territorio della provincia di Modena. Di ...
questo prodotto si hanno testimonianze fin dal Rinascimento. Oggi sono poco più di un centinaio le realtà che lo producono, immettendo sul mercato circa 70.000 confezioni, tutte certificate da una commissione di esperti gustatori. La qualità è garantita dal Consorzio Produttori Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Il prodotto ha un colore bruno scuro, un profumo caratteristico, fragrante e complesso, dal sapore dolce e agro.
Collegati alla app dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena
La app per iPad è scaricabile da Apple Store a questo indirizzo:
https://itunes.apple.com/us/app/traditional-balsamic-vinegar/id995060430?l=it&ls=1&mt=8
La app per tablet Android è scaricabile da Google Play a questo indirizzo:
https://play.google.com/store/apps/details?id=it.consorteria.aceto&hl=it
Questa applicazione, totalmente in inglese “Traditional Balsamic Vinegar of Modena”, è stata sviluppata dalla Consorteria dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto, l'associazione culturale che da più di 50 anni lavora per preservare questa antica tradizione, promuovendo la produzione dell’Aceto Balsamico secondo il disciplinare DOP. Raccontare l’Aceto balsamico tradizionale di Modena significa parlare soprattutto di passione, pazienza e duro lavoro.
Con questa applicazione si ha la possibilità di:
- conoscere l'antica storia dell'Aceto balsamico tradizionale di Modena e scoprire come questo condimento speciale sia profondamente radicato nella tradizione locale.
- conoscere la Consorteria dell'Aceto Balsamico Tradizionale, o Consorteria ABTM, il Museo del Balsamico Tradizionale e l’acetaia sociale nella soffitta di Villa Fabriani a Spilamberto in provincia di Modena
- imparare come si produce l'Aceto balsamico, seguendone il processo produttivo: dalla raccolta delle uve in vigna e la cottura del mosto, ai segreti della maturazione in piccole botti. Conoscere quindi nel dettaglio come si conduce un’acetaia.
- imparare a degustare e a riconoscere il vero Aceto balsamico tradizionale di Modena, le caratteristiche organolettiche che lo distinguono dai prodotti industriali, le stesse che i maestri assaggiatori della Consorteria esaminano con tanta cura e passione durante il Palio di San Giovanni per nominare l’Aceto Balsamico Vincitore.
- ascoltare un'intervista a Massimo Bottura, uno chef Michelin tre stelle e altri suoi collaboratori locali.
- trovare alcune ricette, in una sezione dedicata, che mostrano come questo aceto unico viene utilizzato secondo la tradizione e leggere alcuni consigli di cucina per migliorare i cibi con l'Aceto balsamico tradizionale di Modena.
- scoprire il territorio della provincia modenese e i percorsi ciclabili più belli per visitarlo e per raggiungere il Museo dell'Aceto balsamico tradizionale di Spilamberto.

Parmigiano Reggiano Dop
Il Parmigiano Reggiano Dop, il formaggio italiano forse più noto ed apprezzato in tutto il mondo, ha origini antichissime. Oggi, come allora, la maestria dei casari, frutto d’esperienze secolari tramandate di padre in figlio, è ...
insostituibile e decisiva per la buona riuscita di questo formaggio, così com’è essenziale la lunga stagionatura naturale. Sono caratteristiche garantite dal Consorzio Parmigiano Reggiano, oltre che certificate dall’inconfondibile marchiatura incisa a puntini sulla crosta delle forme. ll Parmigiano Reggiano contiene solo il 30% di acqua e ben il 70% di sostanze nutritive: per questo motivo è un formaggio ricchissimo di proteine, vitamine e minerali, ed è altamente digeribile. Ottimo consumato da solo o grattugiato sui primi piatti emiliani. La zona della Dop comprende le province di Parma, Reggio-Emilia, Modena, Bologna e Mantova.

Prosciutto di Modena Dop
La produzione locale di prosciutti in territorio modenese è frutto di un’antica tradizione, portata avanti oggi da professionisti del settore che, nel rispetto di metodi di taglio e lavorazione tradizionali, hanno favorito il passaggio dalla ...
condizione di artigianato ad una industrializzazione della produzione. Il prosciutto di Modena Dop presenta un colore rosso vivace, un profumo lieve e delicato e un sapore dolce e intenso. La forma ‘a pera’ è ottenuta con la rifilatura del grasso in eccesso e la rimozione del grasso esterno e di parte delle cotenne. Il marchio è tutelato dal Consorzio del Prosciutto di Modena forte di un’esperienza più che ventennale.

Salamini Italiani alla Cacciatora Dop
La tradizione di questo prodotto si lega all’area collinare lombarda, da cui si è allargata a parte dell’Italia. Il nome fa riferimento all’utilizzo, essendo facilmente trasportabili, da parte dei cacciatori durante le escursioni. I salamini ...
vengono prodotti con carni magre di suino; hanno un peso massimo di 500 grammi. Il colore è rosso rubino, con granelli di grasso uniformemente distribuiti, il gusto è dolce e delicato. La zona di produzione comprende diverse zone delle regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Abruzzo, Lazio e Molise.

Aceto Balsamico di Modena Igp
E' un prodotto che viene ottenuto da mosto cotto, mosto concentrato e aceto di vino con un processo di lavorazione decisamente più veloce rispetto all`aceto balsamico tradizionale, quindi è disponibile in commercio ad un prezzo ...
inferiore e si presta più facilmente alla commercializzazione su larga scala. Il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta all’Aceto balsamico di Modena, è storia recente, risalendo al 2009. Può essere usato per insaporire le insalate e tutti i tipi di verdura, sulle scaglie di parmigiano o sulle frittate.

Amarene Brusche di Modena Igp
Il riconoscimento dell`Indicazione Geografica Protetta alle “Amarene Brusche di Modena” è arrivato nel 2009. Questo prodotto storico della tradizione agroalimentare modenese è una confettura di amarene dal tipico sapore asprigno. L’amarena è una pianta da ...
a frutto molto diffusa nel territorio rurale modenese, tradizionalmente presente in pochi esemplari presso i casolari di campagna. La confettura di amarene o Marene può essere gustata al naturale, oppure impiegata per la realizzazione di torte e crostate, è inoltre molto apprezzata sul gelato.

Cotechino di Modena Igp
Il cotechino nacque, secondo la tradizione, durante l’assedio del 1551 a Mirandola (lo stesso assedio che diede i natali al suo parente stretto, lo zampone), quando gli abitanti assediati cominciarono a insaccare la carne di ...
maiale nella cotenna per conservarla più a lungo. Il cotechino, consumato tradizionalmente nei cenoni invernali, è fatto con un impasto di carne magra, grasso e cotenne in proporzione di circa 1/3 ciascuno. È insaccato in budello di suino, poi asciugato al fuoco di bracieri (non sempre) e dopo circa un mese di stagionatura è pronto. Il Cotechino di Modena può essere commercializzato, previo asciugamento, sia come prodotto fresco, da consumarsi dopo una prolungata cottura, o come prodotto cotto.

Mortadella di Bologna Igp
La Mortadella, regina degli insaccati, vanta origini antichissime. La denominazione sembra derivare dal Mortarium romano, utensile utilizzato per schiacciare la carne di maiale. Nel 1300 la ricetta della mortadella venne comunque codificata dalla Corporazione dei ...
Salsamentari di Bologna, tutta fatta di carni suine selezionate, di misteriosi quanto segreti ‘condimenti’ e di sistemi di cottura elaboratissimi; una mortadella media oscilla tra i 30 e i 40 chilogrammi (il classico sigaro o siluro che trionfa da decenni nelle salumerie), ma in commercio ci sono anche mortadelle più piccole di 12-14 chilogrammi. Il budello, che accoglie l’impasto, può essere di vescica naturale o sintetico, non deve mancare la legatura a mano con le corde incrociate.

Pera dell’Emilia Romagna Igp
La zona di produzione comprende aree specifiche di 91 comuni delle province di Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Bologna e Ravenna, caratterizzate da terreni di medio o forte impasto. Le forme d’allevamento sono il ‘vaso emiliano’ ...
e sue modificazioni, la ‘palmetta’, la ‘Y’ e il ‘fusetto’ e loro modificazioni, utilizzando sesti d’impianto nei quali siano presenti non più di 3.000 piante per ettaro. La produzione unitaria massima consentita è di 45 tonnellate per ettaro. Il sapore è dolce o dolce aromatico ed il peso varia dai 158 grammi della Conference ai 260 dell’Abate Fetel.

Zampone di Modena Igp
Lo zampone affonda le sue origini nell’antica tradizione contadina, che, soprattutto in tempi di povertà, imponeva di utilizzare tutte le parti del maiale macellato. E’ un sapiente trito di cotenna e parti grasse del maiale ...
insaporito con aromi, ed insaccato nel caratteristico zampetto svuotato. Lo zampone si trova in commercio sia come prodotto fresco, previo asciugamento in stufa ad aria calda, sia come prodotto precotto, confezionato in contenitori ermetici e sottoposto a trattamento termico in autoclave a una temperatura minima di 115 °C. L’abbinamento classico dello zampone è con il contorno di purè, di lenticchie o di fagioloni, consumato tradizionalmente per le feste natalizie.

Agnello del Centro Italia Igp
E’ l’agnello nato e allevato nel territorio dell’Italia centrale (in Abruzzo, sulle colline e montagne dell’Emilia Romagna, nel Lazio, Marche, Toscana e Umbria), ottenuto da una popolazione di ovini storicamente presente in questo areale, ad ...
attitudine indifferenziata, detta genericamente “appenninica” e dalla quale si sono generate le attuali razze locali che danno origine a un agnello da carne di ottima qualità. Generalmente il colore della carne è rosa chiaro o rosa e presenta una equilibrata copertura di grasso. Il colore è molto importante per il fatto che il consumatore tiene conto di questo parametro per valutare “ad occhio” la tenerezza e la freschezza del prodotto.

Melone mantovano Igp
La denominazione Igp Melone Mantovano si applica ai meloni a polpa color giallo-arancio fino al salmone delle varietà Cantalupo e Retato: i primi sono caratterizzati da una buccia liscia di color grigio verde tendente al ...
giallo e hanno una forma sferica, i secondi hanno forma tonda o ovale con o senza incisione della fetta ma con una evidente retatura. La zona di produzione del Melone Mantovano Igp si estende tra le province di Mantova, Cremona, Modena, Bologna e Ferrara. Il Melone Mantovano gode di un’antica reputazione, come risulta dalle documentazioni storiche che risalgono al Quattrocento, oltre che da diversi scritti dell’archivio dei Gonzaga.